Il paesaggio è un patrimonio inestimabile che caratterizza l’ambiente circostante e riflette la storia, la cultura e l’identità di una determinata area geografica. Per preservare e proteggere questo prezioso bene, molti paesi hanno introdotto l’Autorizzazione Paesaggistica, un processo che regola gli interventi sul territorio in modo da garantire la tutela e la valorizzazione del paesaggio.
In questo articolo, esploreremo in dettaglio cos’è l’Autorizzazione Paesaggistica, le sue diverse forme e gli interventi che coinvolge. Questa procedura svolge un ruolo fondamentale nella pianificazione urbana e nella conservazione del paesaggio, è dunque importante comprenderne il funzionamento.
L’Autorizzazione Paesaggistica è un atto amministrativo rilasciato dalle autorità competenti per regolare gli interventi sul territorio che potrebbero influenzare il paesaggio. Questi interventi possono includere la costruzione di nuovi edifici, la ristrutturazione di strutture esistenti, la realizzazione di infrastrutture, e qualsiasi altra modifica che potrebbe alterare l’aspetto e la qualità estetica del paesaggio circostante.
Lo scopo principale dell’Autorizzazione Paesaggistica è garantire che gli interventi sul territorio siano realizzati in modo armonico e rispettoso dell’ambiente circostante. Ciò significa che le nuove costruzioni o le modifiche apportate alle strutture esistenti dovrebbero essere compatibili con il contesto paesaggistico, contribuendo alla sua valorizzazione anziché alla sua deturpazione.
In Italia, esistono due forme principali di Autorizzazione Paesaggistica: l’ordinaria e la semplificata. La scelta tra queste due dipende dalla natura dell’intervento proposto e dalla sua potenziale incidenza sul paesaggio. Vediamole nel dettaglio.
Questa forma di autorizzazione è richiesta per interventi di maggiore complessità o per quelli che potrebbero avere un impatto significativo sul paesaggio. Il processo di richiesta è solitamente più lungo e coinvolge una valutazione approfondita dell’impatto paesaggistico dell’intervento. Potrebbe essere richiesta la presentazione di studi tecnici e documenti specifici per dimostrare la compatibilità con l’ambiente circostante.
Le tempistiche e la documentazione necessaria variano da provincia a provincia, è dunque necessario informarsi presso gli uffici competenti del proprio territorio.
Questa forma di autorizzazione è applicabile a interventi di minore entità o che hanno un impatto limitato sul paesaggio. Il processo di richiesta è più rapido e meno oneroso, ma comunque soggetto a regole e linee guida specifiche. Interventi come la sostituzione di finestre, piccole modifiche strutturali o il ripristino di edifici storici potrebbero rientrare in questa categoria.
In ogni caso la scelta tra la procedura ordinaria e la semplificata è determinata dalle leggi e dai regolamenti locali e può variare da una regione all’altra.
Non tutti gli interventi sul territorio richiedono un’autorizzazione paesaggistica. Alcuni interventi sono esclusi da questa procedura in quanto non sono considerati suscettibili di compromettere il paesaggio o sono soggetti a un controllo separato. I punti elencati nell’Allegato A del Decreto del Presidente della Repubblica 13 febbraio 2017, n. 31 sono 31.
Ecco alcuni esempi di interventi che di solito non richiedono un’autorizzazione paesaggistica:
Ci sono molti altri interventi che non hanno bisogno dell’autorizzazione, vediamo ora nello specifico il caso di tettoie, porticati, pergolati e chioschi.
Per quanto riguarda i pergolati, il decreto stabilisce che questi non richiedono un’autorizzazione paesaggistica se sono realizzati in legno per il ricovero di attrezzi agricoli e hanno una superficie coperta non superiore a cinque metri quadrati. Questi pergolati devono essere semplicemente ancorati al suolo senza l’uso di opere di fondazione o opere murarie, come specificato nel punto A.19 del decreto.
D’altra parte, le tettoie, i porticati e i chioschi da giardino possono rientrare nell’ambito dell’autorizzazione paesaggistica, ma possono beneficiare di un procedimento semplificato. Secondo il decreto, queste strutture permanenti con una superficie non superiore a 30 mq o manufatti simili aperti su più lati e con un volume emergente fuori terra non superiore a 30 mq possono richiedere un’autorizzazione paesaggistica semplificata, come stabilito nel punto B.17.
Inoltre, l’installazione di tettoie aperte di servizio a capannoni destinati ad attività produttive o come collegamento tra i capannoni, entro il limite del 10 per cento della superficie coperta preesistente, può rientrare in un’apposita autorizzazione semplificata, come previsto nel punto B.19 del decreto. Queste disposizioni consentono la costruzione di tettoie in determinate circostanze senza sottoporre i richiedenti a una procedura complessa di autorizzazione paesaggistica ordinaria, semplificando così il processo per tali tipologie di strutture.
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